Sito di Carmelo Duro, giornalista e scrittore siciliano. 

 


Rodì Milici - I misi i ll'annu


Rodì Milici -  “ ‘I misi i ll’annu”, la straordinaria, originale e storica, recita in dialetto agro-pastorale che si svolge ogni anno per carnevale a Rodì Milici, è stata inserita nel “Libro delle celebrazioni” dalla Commissione Eredità Immateriali. Ne ha dato notizia, nei giorni scorsi, l’Assessorato Regionale Beni Culturali sia al Comune di Rodì Milici  che alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina.
La motivazione, che accompagna la deliberazione della Commissione che è del 20 ottobre 2008, mette in evidenza la “Scenografica declamazione di un testo popolareggiante dovuto al poeta-contadino Giuseppe Trifilò, accompagnato da un variegato corteo di dodici cavalieri, su bardati asini o cavalli per magicamente rifondare al comando del Poeta/Re del Carnevale, l’ancestrale potere del ciclo agrario dell’anno ai fini della sopravvivenza della comunità/territorio”.
Si tratta di una declamazione a più voci che vede protagonisti i dodici mesi dell’anno che si disputano, attraverso duelli incalzanti a base di versi più o meno metrici, la corona del re che rappresenta il Tempo. I dodici mesi, in groppa ad asini o cavalli, sono addobbati con nastri colorati, fiori, coperte riccamente ricamate e lustrini vari, ed espongono con la rima, appunto, i motivi per i quali ognuno di loro merita il titolo di re.
In aiuto del re interviene il Poeta/magistrato che riesce a far superare i contrasti perché “un solo dio regna”, a riportare la pace ed esaltare i buoni rapporti con un ballo pacificatore. Alla fine del ballo è il Viandante, una sorta di Io narrante, che incoraggerà il re il quale riuscirà a salvare la corona.
Divertente e molto partecipata è questa manifestazione che, anche per la giustificazione della richiesta  avanzata (il trono), assume un carattere culturale e di grande attualità. Così  caparbi pretendenti sono: Gennaio, “primo mese” che fornisce acqua ed alimenti; Febbraio, mese di gaiezza e di sciali; Marzo, primavera risplendente di piante; Aprile (che anticamente era rappresentato da un uomo vestito con abito da sposa e oggi da una ragazza con abbigliamento da primavera), “mese della bellezza”; maggio, abbondanza di franzisi (aratro a una sola ala) e tumunìa (grano marzuolo); giugno, giornate di mietitura.
Non meno esigenti e insistenti sono: luglio, frumento e frutti di ogni specie; agosto, gran caldo e ricchezza di frutti; settembre, cantando si va nella vigna; ottobre, vendemmia e salsicce; novembre, vino pronto e neve per alimenti; dicembre, dà i natali a Cristo Onnipotente. 
L’origine di questa manifestazione si fa risalire al 1880 circa per merito del poeta-contadino Giuseppe Trifilò che la portò in scena intorno al 1905 interpretando lui stesso il Viandante, ruolo poi assunto da Vincenzo Calcagno che curava anche la regia.
Grande soddisfazione a Rodì Milici e alla Pro-loco, di cui è presidente Peppuccio Trifilò, che organizza la manifestazione, per l’atteso riconoscimento della Commissione Eredità Immateriali la quale, nell’ambito del programma “Identità è futuro”, attribuisce particolare rilievo al recupero integrale dei propri valori identitari.

Carmelo Duro



 

Libri

Prima edizione 1987

Seconda edizione 1995

Seconda edizione 1995
Prima ristampa 1999