La storia dei … cantastorie, insieme a quella dei cuntastorie è antichissima: dagli antichi giullari, menestrelli e trovatori, ai personaggi epici come Carlo Magno, Angelica, Orlando, Rinaldo, ecc. Il cantastorie “moderno”, come gli antichi giullari, girava – almeno fino a un trentennio fa – di paese in paese e raccontava le sue storie servendosi di un cartellone, una chitarra e una bacchetta per indicare i quadri.
Si ricordano, solo per citarne alcuni, lo straordinario Ciccio Busacca, Orazio Strano, caposcuola ed indiscussa autorità in materia. Paralitico, cantava e recitava seduto sopra un carrozzino. E si ricordano pure Nonò Salomone di Sutera di Caltanissetta, uno tra i più rappresentativi che, con Rosa Balistreri, musicò le poesie di Ignazio Buttitta, e Fortunato Sindoni di Barcellona Pozzo di Gotto, anche lui collaboratore dei poeti Buttitta e Turiddu Bella.
A Fortunato Sindoni si deve una radicale innovazione: la diapositiva. Eliminato il tradizionale cartellone, Sindoni raccontò le storie con immagini che si succedevano sopra uno schermo.
La tecnologia, però, ha, come è ben noto, sviluppi rapidi ed ecco, uno degli ultimi cantastorie tradizionali, Luigi Di Pino, ripostese come Orazio Strano, che presenta, in una applauditissima esibizione a S. Alessio Siculo, la storia della “Baronissa di Carini” accompagnando “lu cantu e lu cuntu” con immagini multimediali animate. Lo spettatore rimane sorpreso e divertito e partecipa seguendo i movimenti delle immagini che animano lo schermo sia come azione del corpo sia come espressioni visive e labiali.
“Sono cresciuto ascoltando attentamente i nastri di Strano e Busacca e, oggi come ieri, l’obiettivo è quello di catturare e tenere l’attenzione del pubblico con le immagini presentate. La difficoltà del multimediale – afferma Di Pino – consiste nel sincronizzare il tutto: il filmato scorre ad una certa velocità e va da sé. Il <cantu> e il <cuntu> sono obbligati ad andare alla stessa velocità del video”.
Quello di S. Alessio, come ci ha rivelato Di Pino, era uno dei primi esperimenti che stava facendo in Sicilia prima di recarsi nelle altre regioni italiane e all’Estero. Il lavoro è stato realizzato dal web master Angelo La Spina.
Gli spettatori hanno applaudito a lungo dimostrando simpatia per il nuovo, ed entusiasmo per il Di Pino tradizionalista che, con la sua chitarra acustica, nella stessa serata, accompagnato da Rosario Moschitta (mandolino), Pier Paolo Alberghini (contrabbasso), Basilio Bruno (fisarmonica), Alessio Cannata (tamburello, darbouka e rumoristica), Gianfilippo Tomaselli (cantattore) e Ornella Brunetto spumeggiante cantattrice), ha riproposto anche il folclore tipico e ricco di verve della nostra Isola.
Carmelo Duro